🇺🇲 SPRING BREAK 🇺🇲
Il sole splende alto nel cielo, metto le ultime cose nella valigia e senza far fatica chiudo la cerniera. Sono pronta per questa avventura. Joe bussa alla porta chiedendomi se sono pronta e se può aiutarmi con qualche valigia. Mi affaccio alla porta e mi fa il gesto alla "braccio di ferro"; lo fulmino con lo sguardo, e sorridendomi si fa spazio entrando in camera e prendendo la valigia in mano. "This room is a real mess lady! do you want me to call the housekeeper?". Sorrido e gli dico di muoversi con la valigia.
Appena esce dalla stanza mi guardo indietro; effettivamente ci sono troppi vestiti sparsi ovunque. Li raccolgo tutti a manciate e li lancio nel cesto dei vestiti da lavare. Chiudo tutto nell'armadio, e per qualche secondo mi convinco di aver sistemato tutto. Mi siedo sul letto ancora sfatto, appoggio la testa sul cuscino e cerco di realizzare l'idea di star andando in California per la prima volta in tutta la mia vita. Riesco a sentire il cuore in gola e l'adrenalina salire piano piano. San Francisco mi aspetta e non riesco più a stare nella pelle.
Sento Mom che chiama me e Joe per aiutarla a caricare le valige. Salgo in fretta le scale e inizio a portare alla macchina le valige a due a due; Joe mi guarda sorpreso e ricambio con una smorfia. Gli passo di fianco e mi da una spintarella. Vado contro il muro e lancio un acuto per il gesto inaspettato; scoppia a ridere e Dad da dietro mi difende. Joe fa il muso lungo e poi si carica due valige sulle spalle. Continua a stuzzicarmi e cerca di farmi lo sgambetto ripetutamente, lo schivo diverse volte, fino a che mi fermo di colpo. Sbatte il muso contro la mia spalla, ride, ma questa volta l'acuto di dolore esce dalla sua gola. Sorrido soddisfatta e incurante continuo a camminare. Me la da vinta. Ha smesso di stuzzicarmi.
La macchina è caricata e siamo proti per la "Cali Mission". Salutiamo Joe, gli auguriamo buon viaggio, lui andrà con i suoi compagni di baseball, sul pulmino. Ci avviamo verso le prime sette ore di macchina necessarie per raggiungere la prima tappa, dove poi incontreremo i genitori degli altri ragazzi. Questa vacanza sarà all'insegna del baseball, non vedo l'ora di vedere Joe giocare. Ho sentito molti pareri su di lui, molti dicono che è davvero un bravo giocatore e che meriterebbe di giocare in un college team. Glielo auguro, visto che il suo sogno è la Major League..ma ecco, per quella ci vuole ancora un po'.
Sono in macchina con Dad e Mom, mi appisolo con la musica nelle orecchie. Mi sveglia la suoneria del telefono. Joe Alley. Sono quasi tentata di buttare giù e tornare a dormire ignorandolo completamente, ma ormai sono sveglia. "Hei dude, what's up?!". "Can I give to my friends your snap?", gli chiudo in faccia e sogghigno. Vedo che mi ha mandato anche un messaggio, lo apro, "ILA! I'll take it like a yes!". Lo ignoro e non gli rispondo per un paio d'ore, dopodichè gli mando un NO secco.
Torno a dormire per un paio d'ore ancora. Riapro lentamente gli occhi, siamo alla dogana, leggo l'insegna al di là dell'istallazione metallica, "Welcome to California". Il cuore mi sobbalza dentro il petto, sono proprio emozionata. Ogni granello della mia stanchezza è svanito; Dad mi lancia la sfida di Yellow Car. Accetto subito e chiamo senza pensarci le tre macchine gialle sull'altra corsia dell'autostrada. Mom segna i nostri punti e siamo sempre più accaniti e con il punteggio simile. La radio sintonizzata su una stazione country-pop ci accompagna per tutto il viaggio. Non manca molto, un paio d'ore e arriveremo a destinazione.
Vediamo l'insegna luminosa del nostro Hotel; un sospiro di sollievo e poi sfoderiamo tutti un sorriso appena riconosciamo le facce familiari degli altri genitori. Mi presento a quelli che non avevo mai visto, e vengo sommersa di domande. Sono tutti pronti ad ascoltare le mie avventure qua e le mie esperienze fatte con la mia seconda famiglia. Ogni volta che imparano qualcosa di nuovo o notano una differenza tra le nostre culture differenti, rimangono entusiasti e vogliono conoscere sempre qualcosa di più. I miei host parents raccontano a tutti che a breve ospiteremo a casa nostra la mia famiglia italiana e i miei nonni. Sono contenta, non vedo l'ora. Sto provando mille emozioni e non sono sicura di poterle controllare, ma tutto ciò mi fa stare tanto bene.
Anche i ragazzi arrivano con il loro pulmino, il coach saluta tutti e ci da le informazioni per la giornata seguente e la schedule dei game. Joe mi batte il cinque, poi mi passa una delle ultime due mele rimaste sul tavolo della reception. L'altra la prende lui, lo ringrazio e inizio a mangiarla con gusto. Andiamo finalmente, nella camera a noi assegnata. Io e Joe condivideremo il letto, mentre mom e dad condivideranno l'altro. La porta della camera si apre e Joe salta sul letto, sceglie la sua parte e poi mi lancia tutti i cuscini dalla mia parte. Gli tiro un cuscino in faccia e poi cerco di farlo scendere dal letto. Lo minaccio di farlo dormire sul pavimento se osa rompere le palle anche nel sonno. Mom ride e mi supporta. Usciamo a mangiare e poi stanchi per la giornata ci ritiriamo in camera.
La sveglia suona e la mattina inizia. Joe si prepara con la sua divisa da baseball, mentre io e mom ci vestiamo per andare a fare un po di sport in palestra. Dopo qualche ora siamo pronti per andare al game. Arriviamo al "Dream League Fields", è enorme e bellissimo. Riconosco il nostro team dalle loro divise verde pisello. Ci sediamo sugli spalti al calore del sole californiano e mi godo la mia partita di baseball. Dad mi spiega le regole ,mentre il game si svolge. Avrò tempo una settimana per impararle, prima di andare a vedere la nostra squadra della Major League in Seattle, tra due settimane.
Alla fine della settimana abbiamo vinto tutti i game tranne due, ci siamo guadagnati il terzo posto, ed io ho imparato tutte le regole di questo sport maginifico. Sono proprio fiera di questo team e del lavoro che Joe sta facendo, non solo come giocatore ma anche come capitano. Ci lasciamo gli ultimi due giorni per visitare a pieno la città di San Francisco. È stupenda, non riesco a chiudere la bocca dalla bellezza di tutto ciò che mi circonda. Ci sono palazzi e grattacieli tutto intorno a me, incredibile cosa l'uomo è in grado di fare. L'oceano e i parchi in fiore si spaziano tra una collina e l'altra. Ci sono mille profumi e rumori, le cable car vanno a tutta velocità su e giù dalle colline, lasciando un rumore metallico dietro di loro. Bambini che ridono e piangono davanti alla bellezza dei leoni marini sdraiati sotto il sole, sembra un mondo a parte, separato da tutto il resto.
Con un po' di tristezza nel cuore mi guardo indietro e saluto quel ponte rosso alla fine del secondo giorno in San Francisco. "See you soon SF", la saluto cosí questa magnifica città e poi tra le luci della notte ci avviamo verso casa.
Le avventure per questa spring break però, non sono ancora finire. Dopo solo due giorni a casa, io e la mia family, siamo ripartiti, ma questa volta la destinazione è stata Seattle. Un'altra magnifica città, con un sacco di colori e cose stupende. Il divertimento e i sorrisi non sono mancati per nulla. La gioia era dipinta sui nostri volti, non avrei mai pensato di avere tutte queste opportunità...non potrei essere più grata alle mie due famiglie.
Buona settimana e non scordatevi di sorridere!💛
Seattle - Boston Red Sox VS. Mariners
Joe's game - CA ⚾
Seattle park🏞️
SF - Cable car 🚋
SF - Golden Gate bridge🌉
CA - Rollercoasters🎢