ENCHANTED FOREST 🦋

Mi sveglio senza fiato dal mio sonno agitato. L'unica coperta che avevo addosso è scivolata di fianco a me, scoprendomi tutta. Manca ancora qualche ora all'alba e le ragazze dormono beate sul divano e le poltrone. Ripenso alla festa che abbiamo dato ieri sera e all'after party che abbiamo fatto. Sono davvero soddisfatta e le mie amiche mi supportano sempre con un grande sorriso sul viso. Cerco di trovare una posizione accettabile per rimettermi a dormire, ma il pavimento non è il posto più comodo. Ormai ci sto prendendo l'abitudine, ogni venerdì o sabato sera, io dormo per terra o su una scomoda poltrona sgangherata. 

Sono quasi le nove quando riapro gli occhi, Rylee sta starnutendo per l'allergia e Megan parla nel sonno. Iben è impassibile, continua a dormire come se non riuscisse a sentire il fracasso che la circonda. "Hi ladies" saluto in modo sarcastico; "Hei, good morning sunshine". Sorrido e stringendo antispappolo mi giro sul mio altro fianco. Rylee mi salta addosso e ridendo iniziamo a fare la lotta dei cuscini; Megan si aggiunge poco dopo quando si sveglia di soprassalto per un mio urlo troppo acuto per le nove di mattina. Rido sguaiatamente e tutte insieme ci lanciamo cuscini e vestiti. "Dudeee!!! Shut the hella up". Ci zittiamo tutte e tre per un secondo poi ci guardandoci negli occhi e trattenendo un sorriso, ci giriamo cautamente verso Iben. "Good morning sweetheart", diciamo tutte in coro. Ci guarda cercando di non ridere e poi, coprendosi il viso con la coperta, si lascia andare in una lunga risata. Ci calmiamo e cercando di riprendere il fiato, decidiamo che cosa vogliamo fare durante la giornata. "I think that we should go hiking", Rylee non esita ad annuire alla proposta di Megan, mentre Iben si lascia cadere sul pavimento e fa finta di soffocarsi. La guardo sorridendo e prendendola in giro cerco di farla reagire e partecipare alla conversazione. "Hei sloth, what do you think about going in the Forest, the magic one, right south Salem". Iben si alza di colpo dal pavimento; "Dude what are you talking about?". Le faccio l'occhiolino e subito cambia faccia, "Are you teasing me?!", mi guarda con faccia incredula e delusa, "No kidding, I'm serious about it". Il suo viso si rilassa. Megan mi porge il telefono, chiedendomi se stavo parlando della foresta incantata. "Yes ma'am!! Enchanted Forest, that's exactly what I was talking about!". Mi si illuminano gli occhi, ogni volta che vedo qualcosa del genere tutta la parte bambinesca che c'è in me prende il sopravvento; controlliamo gli orari, i prezzi e le attrazioni. Siamo pronte per andare alla ricerca di questo bosco incantato. 

Salutiamo Mom e la ringrazio per la disponibilità di ieri sera, poi tutte e quattro saliamo in macchina. Mi siedo davanti e inizio il mio lavoro da DJ; cerco la musica e cambio le stazioni, incito le altre a cantare con me e Megan e a divertirsi durante il viaggio. Non c'è un solo momento dove non sorridiamo o ridiamo, siamo tutte e quattro solari e molto aperte tra di noi, mi mancheranno tanto queste Crazy Queens, come ci chiamiamo fra di noi.  Megan apre il tetto della macchina e fra un canzone e un balletto arriviamo alla nostra tanto ricercata foresta. Rimango a bocca aperta, piccole e grandi casette di legno circondano l'area del parco, un castello emerge dal centro della foresta e sulla cima c'è una principessa, e da quel che sembra, dovrebbe essere Rapunzel. Ci prendiamo per mano e saltellando ci dirigiamo all'entrata del parco per comprare i nostri tickets. La giornata è davvero calda e non c'è nemmeno una nuvola nel cielo; sembra di essere in estate con i nostri shorts e le canottiere. 

Iniziamo il tour del parco entrando in ogni singola casa e andando nei piccoli e stretti cunicoli che rappresentano la storia di "Alice nel paese delle meraviglie". Non ci sono molte persone e anche per le attrazioni la fila è veloce; decidiamo di andare sui tronchi e poi nella hunted house. Ho troppa paura, il ragazzo all'entrata ci prende i tickets e poi ci da qualche FYI. "Okay you could feel something that scratch your ankle or someone that chase you, have fun". Mi giro verso le ragazze, cerco occhiate di conforto, ma ci stiamo cagando, letteralmente, nei pantaloni. Il ragazzo mi fissa, "Are you scared", "Yes, I hate those stuff, I'm doing it just because I'm with them". Ride e mi comunica che nel caso abbia troppa paura posso trovare le uscite di emergenza sui lati e uscire di corsa da li. Gli sorrido e lo ringrazio. Facciamo un sospiro di sollievo e poi apriamo quella maledetta e spessa porta di legno. 

È tutto buio e ogni tanto si vede qualche luce arancione che illumina le ragnatele negli angoli. Ci stringiamo tutte l'una all'altra e tenendoci le mani camminiamo piano. Ogni passo che facciamo è un passo in più che ci porta dentro quella casa troppo paurosa. Strilliamo, una testa cade dal soffitto e una mano mi afferra la scarpa. Faccio per distoglierla e la scarpa mi scivola dal piede. Corriamo avanti senza guardarci indietro e sento il freddo del legno sulla pianta del piede. Fermo le ragazze e gli mostro il piede senza scarpa, si guardano tra loro e mi dicono che indietro non ci torniamo, nemmeno se ci pagassero i milioni, concordo e prima ancora di riuscire a dire una parola mi trovo davanti, a fare da scudo alle altre tre. Mi stringono le braccia, mentre cercano di confortarmi e farmi sentire un eroina. Le fulmino con lo sguardo e gli lancio qualche parola ogni volta che mi viene un accidente per qualcosa di vivo o non che cade, vola, salta o fa rumori in quella maledetta casa. 

Vedo, finalmente, la porta dell'uscita. Mi sento già meglio. Non curante apro la porta e guardandomi dietro faccio vedere alle ragazze la scritta. Rylee fa un salto e urla, mi giro, ci sono uomini con la testa mezza insanguinata, maceti e altre cose indefinite davanti a noi. Inizio a correre e urlare, entro nel tunnel e finalmente vedo la luce dell'uscita. Le ragazze sono appena dietro di me, ci ritroviamo alla luce del sole che siamo stremate e io senza la scarpa. Mi sdraio per terra, ho bisogno di riprendere fiato, quella casa mi ha spaventato più del dovuto, vorrei fare i complimenti a chi l'ha progettata. 

"Hey, you, blondie", mi alzo sui gomiti e guardandomi introno vedo il ragazzo che c'era all'entrata della casa. "Hi, sorry, can you not call me Blondie" mi guarda storto, "Are you okay?" sorridendo. "Dude you have no idea!! I was popping in my pants! And I even lost my shoe". Scoppia a ridere e mi dice che sono bianca, non fatico a credergli. "Anyway, I'm Denny" e mi porge la scarpa, lo fisso negli occhi e lo ringrazio mille volte; ero troppo preoccupata di dover tornare dentro quella casa. Rimetto la scarpa e lo salutiamo. "That's not fair Blondie", lo fulmino con lo sguardo, "What?" replico, "You know my name, but I do not know your name". Inizio a camminare all'indietro e sorridendo gli dico "Ila, my name is Ila". Poi mi rigiro e camminando con le ragazze andiamo alla ricerca della prossima avventura. 👩‍👩‍👧‍👧


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